le chiese, le abbazie, i monasteri eretti durante il medioevo, dal sesto secolo al dodicesimo secolo sono costruzioni piuttosto severe, prive di qualsiasi decorazione e capaci di generare ancora oggi in chi le osserva impressioni di semplicità e solidità.
In questo periodo la vita ultraterrena è considerata più importante della vita terrena,nella convinzione che quest' ultima sia priva d' importanza rispetto a ciò che aspetta il buon cristiano quando, dopo la morte, passa ''miglior vita''. è proprio questo disinteresse per la vita terrena che si esprime nell' architettura del medioevo e più in generale nell' arte, musica compresa. nel medioevo la musica è un elemento molto importante nella preghiera e nella meditazione: essa accompagna e scandisce i momenti ufficiali della religione cristiana, cioè le cerimonie e i riti collettivi che costituiscono la liturgia. In breve tempo si sviluppa un importante repertorio di melodie destinate a questo scopo e la musica sacra acquista un ruolo di primo piano rispetto a quella profana.
In questa epoca la chiesa non è solo un luogo di preghiera è un importante centro di sviluppo culturale. nella biblioteche di monasteri e abbazie i monaci amanuensi copiano le opere della civiltà antiche, redigono nuovi libri, studiano e trascrivono in preziosi manoscritti le melodie dei canti sacri.
Il canto gregoriano
durante tutto il medioevo, all'interno di chiese e abbazie risuona il canto gregoriano, ovvero la musica con la quale si esprime la religiosità dei fedeli nei primi secoli della cristianità. la parola cantata ha infatti un ruolo di grande importanza nella vita liturgica di questi luoghi: essa accompagna le preghiere (inni e salmi) elevate nei vari momenti della giornata, nella celebrazione della messa e di altri riti della liturgia cristiana. come avete certamente notato, il canto gregoriano che abbiamo ascoltato è eseguito i latino da un coro di voci maschili e senza accompagnamento strumentale; in più si tratta di un canto monodico, cioè tutti cantano un' unica linea melodia nello stesso momento.
tale melodia si snoda su note legate sempre vicine le une alle altre ( per grado congiunto) e quindi non presenta grandi intervalli; il ritmo segue l' andamento del testo; l' intensità e la velocità del canto sono costanti e il timbro è uniforme. è interessante poi notare come la melodia sembri sempre ritornare su una nota ben precisa che può dirsi il pilastro fondamentale su cui si regge tutto il canto.
le funzioni del canto gregoriano
le caratteristiche di semplicità e severità di questa musica, oltre a esprimere la concezione di una fede altrettanto semplice, austera e priva di incertezze, consentono al canto gregoriano di svolgere altre importanti informazioni, quali:
- rendere solenne e autorevole il testo sacro, allo scopo di conferire maestosità e dignità al significato della preghiera.
- garantire la comprensibilità delle parole cantate, consentendo a tutti i fedeli di declamare insieme i testi della liturgia
- favorire la concentrazione, aiutando i fedeli a raccogliersi nella flessione e nella meditazione
- sviluppare il senso di comunione, permettendo alla comunità dei fedeli, per il fatto stesso di cantare tutti insieme, di sentirsi profondamente unita dalla medesima fede.
origini del canto cristiano
da dove nasce quella particolare musica cristiana chiamata canto gregoriano che domina tutto il primo millennio della storia dell' occidente? gli inizi della musica liturgica dei primi cristiani derivano dalla musica ebraica e in particolare dai salmi intonati su una melodia uniforme e quasi tutta la stessa nota ( detta appunto salmodia). in seguito all' affermazione del papato a Roma, i canti vengono eseguiti in latino, mentre la predicazione parlata viene fatta nelle varie lingue locali. l' uso della lingua colta nei canti conferisce ai testi sacri un maggior prestigio e un carattere universale.
Tipi di gregoriano
i canti gregoriani rigorosamente monodici, cioè a una sola voce, dal punto di vista formale possono suddividersi in due categorie:
-i canti antifonali in cui il testo viene distribuito tra due cori che si alterano.
- i canti responsoriali in cui si alterano una solista e un coro
dal punto di vista musicale molte sono le varietà di canto che il termine gregoriano indica. tuttavia è possibile individuare tre tipi fondamentali:
- il canto sillabico in cui ogni sillaba di testo viene cantata su una nota
-il canto neumatico in cui ogni sillaba viene cantata u due o tre note.
- il canto melosmatico caratterizzato dalla presenza di molte note ( fino a 30 40) per ogni sillaba.
I protagonisti
È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medioevo, dopo i trattati diSeverino Boezio.
Nacque intorno al 991[2]. Il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032, Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus.
Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordo musicale:
Il canto gregoriano
durante tutto il medioevo, all'interno di chiese e abbazie risuona il canto gregoriano, ovvero la musica con la quale si esprime la religiosità dei fedeli nei primi secoli della cristianità. la parola cantata ha infatti un ruolo di grande importanza nella vita liturgica di questi luoghi: essa accompagna le preghiere (inni e salmi) elevate nei vari momenti della giornata, nella celebrazione della messa e di altri riti della liturgia cristiana. come avete certamente notato, il canto gregoriano che abbiamo ascoltato è eseguito i latino da un coro di voci maschili e senza accompagnamento strumentale; in più si tratta di un canto monodico, cioè tutti cantano un' unica linea melodia nello stesso momento.
tale melodia si snoda su note legate sempre vicine le une alle altre ( per grado congiunto) e quindi non presenta grandi intervalli; il ritmo segue l' andamento del testo; l' intensità e la velocità del canto sono costanti e il timbro è uniforme. è interessante poi notare come la melodia sembri sempre ritornare su una nota ben precisa che può dirsi il pilastro fondamentale su cui si regge tutto il canto.
le funzioni del canto gregoriano
le caratteristiche di semplicità e severità di questa musica, oltre a esprimere la concezione di una fede altrettanto semplice, austera e priva di incertezze, consentono al canto gregoriano di svolgere altre importanti informazioni, quali:
- rendere solenne e autorevole il testo sacro, allo scopo di conferire maestosità e dignità al significato della preghiera.
- garantire la comprensibilità delle parole cantate, consentendo a tutti i fedeli di declamare insieme i testi della liturgia
- favorire la concentrazione, aiutando i fedeli a raccogliersi nella flessione e nella meditazione
- sviluppare il senso di comunione, permettendo alla comunità dei fedeli, per il fatto stesso di cantare tutti insieme, di sentirsi profondamente unita dalla medesima fede.
origini del canto cristiano
Tipi di gregoriano
i canti gregoriani rigorosamente monodici, cioè a una sola voce, dal punto di vista formale possono suddividersi in due categorie:
-i canti antifonali in cui il testo viene distribuito tra due cori che si alterano.
- i canti responsoriali in cui si alterano una solista e un coro
dal punto di vista musicale molte sono le varietà di canto che il termine gregoriano indica. tuttavia è possibile individuare tre tipi fondamentali:
- il canto sillabico in cui ogni sillaba di testo viene cantata su una nota
-il canto neumatico in cui ogni sillaba viene cantata u due o tre note.
- il canto melosmatico caratterizzato dalla presenza di molte note ( fino a 30 40) per ogni sillaba.
I protagonisti
È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medioevo, dopo i trattati diSeverino Boezio.
Nacque intorno al 991[2]. Il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032, Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus.
Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordo musicale: