Fin dalle origini il jazz si è presentato come un modo del tutto nuovo di far musica, con caratteri propri che sono diventati , nel corso della sua storia, un verso marchio stilistico ben riconoscibile. Se nell'esercizio d'apertura siete riusciti a distinguere i brani jazz dagli altri, allora vuol dire che siete in grado di individuare, almeno intuitivamente, gli elementi fondamentali del jazz.
Cercate di approfondire le vostre conoscenze, confrontando due distinte versioni della stessa canzone, la celebre blue moon: la prima è un arrangiamento pop utilizzato nella colonna sonora del film Grease, mentre la seconda, cantata da Billie Holiday, è un' interpretazione prettamente jazzistica.
La canzone, costruita secondo il modello tipico del ballad americana che prevede un ritornello ( chorus) cui si contrappone un inciso (bridge).
Il tema
Nelle due interpretazioni il tema melodico è naturalmente lo stesso, ma quanti abbellimenti, ''decorazioni'' e note di commento troviamo nella versione jazzistica.
Quando poi la voce lascia spazio agli strumenti questi si lanciano nei loro assoli e il tema, da motivo portante del brano, diviene spunto e occasione per proporre l'improvvisazione dei vari musicisti. Nell'esempio da noi ascoltato inizia il sassofonista, poi è la volta della tromba e ancora del sax prima della ripresa del canto, mentre pianoforte, basso e batteria mantengono il ruolo d'accompagnamento ritmico e armonico.
Nella versione pop il tema è l'elemento centrale attorno al quale ruota tutta l'esecuzione, dalla voce del cantante al''arrangiamento, mentre in quella jazzistica viene lasciata ampia libertà ai singoli elementi della band che possono così lanciarsi in continue invenzioni, Infatti nel jazz improvvisamente è così importante da costruire maggior interesse nel brano.
martedì 27 novembre 2012
mercoledì 14 novembre 2012
Schiavismo
Lo schiavismo in Africa è un fenomeno le cui origini risalgono all'antichità e che durò fino alla fine del XIX. Allo schiavismo autoctono diffuso nelle antiche civiltà africane come l'Impero di Songhai si aggiunse in un secondo tempo la pratica di catturare schiave nell'Africa subsahariana per venderli altrove. Questo commercio avvenne storicamente lungo diverse direttrici: prima attraverso il Sahara verso il Nord Africa, poi dalle coste africane sull'Oceano Indiano verso i paesi arabi e l'oriente, e infine verso le colonie europee nelle Americhe. Per la maggior parte dei paesi africani, l'abolizione dello schiavismo, e quindi (teoricamente) la fine della tratta degli schiavi avvenne nell'epoca immediatamente precedente la spartizione coloniale del continente.
lunedì 12 novembre 2012
Blues Jazz
Blues
il Blues rappresenta l'assenza più autentica e vitale di tutta la musica nero-americana: nasce come canto individuale al quale il popolo nero confida le proprie esperienze di vita e accompagnano il più delle volte dalla chitarra, il blues si fissa col tempo se una tipica progressione armonica di dodici battute e divenne una forma anche strumentale. A proposito di strumenti, i primi jazzisti utilizzano principalmente strumentale.
Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.
Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.
Origini del jazz
Jazz

venerdì 9 novembre 2012
Microsoft Acces
Access
Microsoft Access è software per la gestione di basi di dati di tipo relazionale (DBMS) che integra nativamente un modulo per lo sviluppo rapido di applicativi (RAD ,Rapid Application Development) gestionali di piccole/medie dimensioni.
Microsoft Access è software per la gestione di basi di dati di tipo relazionale (DBMS) che integra nativamente un modulo per lo sviluppo rapido di applicativi (RAD ,Rapid Application Development) gestionali di piccole/medie dimensioni.
Può
utilizzare dati immagazzinati in formato Access/Jet, SQL Server, Oracle o qualsiasi database in formato compatibile ODBC. La struttura di
salvataggio segue il modello tabella relazionale: ossia è possibile
immagazzinare i dati da gestire in tabelle composte da un numero elevato di
record, ed ogni record contiene i dati distinti per campi. Se una tabella non
fosse sufficiente per immagazzinare i dati necessari e fosse necessario
utilizzarne altre, è possibile a questo punto collegare le varie tabelle tra di
loro con una relazione. Questo consente l'esame dei dati contenuti nel database
utilizzando diverse tabelle e quindi giungere ad una pluralità di dati anche
complessa.
Microsoft Excel
Excel

Microsoft Excel è un programma prodotto da Microsoft, dedicato alla produzione ed alla gestione dei fogli elettronici. È parte della suite di software di produttività personale Microsoft Office, ed è disponibile per i sistemi operativi Windows e Macintosh. È attualmente il foglio elettronico più utilizzato.
L'estensione xls per le versioni dalla 97 alla 2003, e xlsx, dalla versione 2007, identifica la maggior parte dei fogli di calcolo (in inglese spreadsheet) o cartella di lavoro creati con Excel (il tipo MIME dei file identificati da questa estensione è tipicamente application/vnd.ms-excel). Excel tuttavia può importare ed esportare dati in altri formati.
La schermata iniziale di Excel mostra un foglio di calcolo composto da colonne (contrassegnate dalle lettere A, B, C...) e da righe (contrassegnate dai numeri 1, 2, 3...). L'intersezione di una riga con una colonna forma una cella (contrassegnate sempre prima dalla colonna, poi dalla riga: A1, B3, C4,...), all'interno della quale si può inserire un valore od una funzione. I valori che si possono inserire sono di tipo alfanumerico, mentre le funzioni si esprimono tramite le formule.
martedì 23 ottobre 2012
Il Salotto Borghese
Nell'ottocento la casa borghese ha il suo centro nel salotto, lo spazio dove si svolge la vita sociale e si accolgono gli invitati.Qui si trovano i mobili più prestigiosi e qui la famiglia mette in mostra i suoi preziosi servizi d'argento; tendaggi tappeti, sete, e velluti rivestono pareti e finestre, porte e tavoli, poltrone e divani.
riprendendo un'abitudine ereditata dal' aristocrazia del settecento, le signore della buona società ricevono gli ospiti un pomeriggio fisso della settimana, conversando di politica e cultura, ricamando e offrendo tè e pasticcini.
Il salotto borghese è assai diverso da quelli delle corti, del settecento in cui la nobiltà ospitava un pubblico raffinato e ben selezionato.
Nei salotti delle casa ottocentesche sono presenti i nuovi borghesi, insieme agli artisti e ai letterati. questo il luogo in cui nasce e si diffonde la musica romantica.
le trasformazioni economiche e sociali che caratterizzano la fine del settecento e l'inizio dell' ottocento modificano profondamente anche i modi in cui ora si fa musica: le grandi corti principesche, stremate dalle spese sostenute nelle guerre contro Napoleone, non possono più tenere un' orchestra e un compositore al proprio servizio.Ma nemmeno i borghesi più ricchi possono disporre di un'orchestra personale; il pianoforte dunque, permettendo di fare e ascoltare musica in ogni casa, diventa lo strumento principe del nuovo secolo.
Intorno al 1820 il pianoforte è già di gran moda: i compositori lo prediligono sia per creare la loro musica sia per eseguirla. esso infatti possiede tutti i requisiti per esprimere la nuova sensibilità romantica: una grande sonorità, la possibilità di porre in primo piano la melodia di realizzare grandi contrasti di intensità e di timbro e di suonare più parti contemporaneamente. Per le giovani di buona famiglia suonar bene il pianoforte rappresenta un modo di dimostrare la buna educazione ricevuta: il virtuosismo musicale rientra dunque nelle strategie matrimoniali.
riprendendo un'abitudine ereditata dal' aristocrazia del settecento, le signore della buona società ricevono gli ospiti un pomeriggio fisso della settimana, conversando di politica e cultura, ricamando e offrendo tè e pasticcini.
Il salotto borghese è assai diverso da quelli delle corti, del settecento in cui la nobiltà ospitava un pubblico raffinato e ben selezionato.
Nei salotti delle casa ottocentesche sono presenti i nuovi borghesi, insieme agli artisti e ai letterati. questo il luogo in cui nasce e si diffonde la musica romantica.
le trasformazioni economiche e sociali che caratterizzano la fine del settecento e l'inizio dell' ottocento modificano profondamente anche i modi in cui ora si fa musica: le grandi corti principesche, stremate dalle spese sostenute nelle guerre contro Napoleone, non possono più tenere un' orchestra e un compositore al proprio servizio.Ma nemmeno i borghesi più ricchi possono disporre di un'orchestra personale; il pianoforte dunque, permettendo di fare e ascoltare musica in ogni casa, diventa lo strumento principe del nuovo secolo.
Intorno al 1820 il pianoforte è già di gran moda: i compositori lo prediligono sia per creare la loro musica sia per eseguirla. esso infatti possiede tutti i requisiti per esprimere la nuova sensibilità romantica: una grande sonorità, la possibilità di porre in primo piano la melodia di realizzare grandi contrasti di intensità e di timbro e di suonare più parti contemporaneamente. Per le giovani di buona famiglia suonar bene il pianoforte rappresenta un modo di dimostrare la buna educazione ricevuta: il virtuosismo musicale rientra dunque nelle strategie matrimoniali.
La Cultura Romantica
fino alla fine del settecento gli artisti lavoravano al servizio della chiesa o del' aristocrazia: dovevano creare le loro opere rispettando i gusti e le richieste del committente e ne ricevevano in cambio uno stipendio regolare.L' artista aveva dunque un ruolo preciso e ben definito nella società.
Il romanticismo coinvolge tutte le espressioni artistiche e in particolare la musica. Il musicista infatti viene visto ora come il ''poeta'' dell'animo umano, colui che con la sua musica, può portare alla luce gli aspetti più profondi e nascosti dell'individuo: colui che, affermando con la sua musica la propria creatività e fantasia, dà voce alla nuova sensibilità romantica.
Il musicista trova dunque un nuovo posto all'interno della società: forte del proprio valore artistico, egli afferma ora la propria totale libertà creativa anche se questo, a volte gli procura difficoltà economiche e una sostanziale solitudine.
lunedì 22 ottobre 2012
L'italiana in Algeri
libretto Il di Angelo Anelli, un dramma giocoso in due atti, appartiene al genere dell'opera buffa ed era stato scritto per la musica di Luigi Mosca, autore pure lui di un'opera omonima rappresentata per la prima volta nel 1808. Com'era abbastanza d'uso allora, Rossini riprese lo stesso libretto (con alcuni cambiamenti affidati a Gaetano Rossi) e scrisse la sua opera con lo stesso titolo. Il melodramma venne rappresentato per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia ed ebbe subito un ottimo successo, anche grazie alla compagnia di canto comprendente Marietta Marcolini e Filippo Galli. Ancora oggi, insieme a Il barbiere di Siviglia e al Guglielmo Tell, è una delle opere di Rossini più rappresentata nei repertori di tutti i teatri lirici.
La commedia si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell'harem del Bey di Algeri
mercoledì 10 ottobre 2012
Glossario
Il termine è talvolta utilizzato anche per indicare il libretto di un'opera (ad esempio, ci si riferisce comunemente ai libretti di Pietro Metastasio usando la parola "melodrammi"), interpretando l'etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione.
Teatro= è un insieme di differenti discipline, che si uniscono e concretizzano nell'esecuzione di un evento spettacolare dal vivo.
Palco reale= è un particolare tipo di palchetto presente in quei teatri costruiti secondo la logica del teatro all'italiana, una particolare consuetudine nell'architettura teatrale occidentale che imponeva la divisione dello spazio per gli spettatori in palchi.
Foyer= è il locale, adiacente ad una sala teatrale o cinematografica, dove gli spettatori hanno la possibilità di intrattenersi prima e dopo lo spettacolo e durante le pause. In italiano lo stesso luogo si può indicare anche col termine ridotto.
Platea= si trova generalmente nei teatri o nei cinema ed è la superficie della sala antistante il palcoscenico, dove sono disposte le poltrone per il pubblico. È frequentemente contrapposta alla galleria o ai palchi...
lunedì 24 settembre 2012
Il teatro
il melodramma nell' ottocento
durante tutto l'ottocento si va a teatro per ascoltare la musica e il proprio cantante preferito. Ma anche per vedere e per farsi veder; per sfoggiare abiti sontuosi e raffinati gioielli; per fare pettegolezzi e intrecciare nuovi amori; per concludere affari o accordi politici.
La struttura del teatro sembra fatta apposta per rispondere sia alle esigenze spettacolari della rappresentazioni sia alle necessità e alle funzioni dell' occasione mondana.
alcuni ordini sovrapposti di palchi, di proprietà dell' aristocrazia o affittati annualmente da famiglie della ricca borghesia, costituiscono la sontuosa cornice di tutta la sala. decorati con ori, stucchi e stemmi gentilizi, i palchi sono ornati anche da tendine; dal soffitto pende un gigantesco lampadario carico di candele. Ogni palco ha la propria entrata autonoma e un retropalco, variamente arredato, dove si consumano piccoli pasti, rinfreschi, dove si gioca e si corteggiano le belle dame. la disposizione dei palchi ha un'importantissima funzione sociale: ognuno può vedere gli altri.
Naturalmente il palco più tenuto d'occhio è il cosiddetto palco reale, che ospita la personalità di rango più elevato e più in vista della città.
In corrispondenza del secondo o terzo ordine di palchi, vi sono i ridotti, cioè le grandi sale in cui il pubblico si reca per bere, per mangiare al ristorante o per giocare d'azzardo. Infine nell'ultimo ordine,il cosiddetto loggione,prende posto un pubblico più modesto ma entusiasta e molto interessato alla rappresentazione teatrale.
Uno sfarzoso foyer accoglie il pubblico elegante e introduce alla platea, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, che ospita gli spettatori occasionali, quelli che pagano l' ingresso singolo, sera per sera. In platea poche file di scomode pache e di sedie mobili permettono solo a qualcuno di sedersi, mentre la maggior parte di questo pubblico, formato da soldati, servitori,artigiani e piccoli borghesi, resta in piedi.
Teatro delle meraviglie
è il 1813:il sipario si chiude sul finale dell' italiana in Algeri di Gioacchino Rossini el il pubblico veneziano che assiste alla prima rappresentazione dell'opera ne decreta il trionfo.
Per il giovane compositore italiano è l'inizio di una folgorante carriera:l'intreccio di questo dramma giocoso è davvero appassionante, non parliamo poi delle scenografie, delle luci e dei costumi.
Magnificenza e ricchezza si dispiegano sul palcoscenico, sia per la quantità dei coristi sia per la grandiosità delle scenografie e i numerosi cambiamenti di scena: mari in burrasca battuti dal vento; vascelli che affondano tra fiumi e nebbie; un camello vero che attraversa la scena e altre ambientazioni esotiche colpiscono la fantasia dello spettatore.
E poi cantanti, che voci straordinarie! Che interminabili gorgheggi! Che intreccia di voci nei finali di ciascun atto!
Il melodramma: le ragioni di un successo
sono trascorsi quasi due secoli dalla storica serata in cui nel 1637,proprio a venezia, si è inaugurato il primo teatro pubblico e, all'epoca di Rossini, il melodramma è ancora il genere musicale prediletto in Italia e altrove.
Il teatro d'opera si è diffuso capillarmente in tutta europa e si saldamente radicato nella vita culturale e sociale di qualsiasi centro cittadino: opere tragiche, buffe e eroiche si avvicendano a un ritmo vorticoso nelle stagioni teatrali. In un'epoca in cui i divertimenti sono rari e nella quale per ascoltare un po di musica è necessario recarsi a teatro o suonarsela , il melodramma costituisce un genere di largo consumo ed è lo spettacolo più amato da un pubblico si spettatori vasto ed eterogeneo per classe sociale, cultura gusti,età. In particolare, fino ai primi decenni dell'ottocento, nei teatri d'opera ha un grande successo un repertorio il cui scopo principale è proprio quello di divertire il pubblico, facendolo anche ridere: si tratta dell' opera buffa, un genere che presenta situazioni comiche o burlesche assai vicine a quelle della commedia dell'arte, oltre agli immancabili intrecci sentimentali.
All'epoca di rossini il teatro è una sorta di grande salotto, in cui è lecito essere distratti.Per catturare l'interesse di questo pubblico e per garantirsi il successo di un'opera impresari, autori e interpreti devono creare prodotti capaci di rispondere alle mode del momento e di sostenere la concorrenza di altri teatri e di altre opere.
è facile comprendere come un simile contesto, tra i fattori che contribuiscono al successo di un'opera,quello decisivo sia senza dubbio costituito dalla presenza di un cantante famoso,principale attrazione di una serata a tetro. Sino i primi decenni dell'ottocento i cantanti d'opera sono infatti gli assoluti protagonisti delle scena musicale: adulati, acclamati e strapagati essi sono contesi da tutti i teatri d'Europa e diventano figure leggendarie, per le quali il pubblico si esalta, ha atteggiamenti deliranti, si divide in fazioni i sostenitori di questo e quello.
Dotato di eccezionali abilità tecniche ed espressive il virtuoso della voce seduce il pubblico con la bellezza del suo canto e con uno stile vocale, detto belcanto, che riempie i grandi spazi del teatro grazie alla potenza sonora , all'espressività intesa e ai passaggi irti di difficoltà.
Claudio Monteverdi nasce a Cremona nel 1567,dove studia canto, viola e composizione. A soli quindici anni esordisce come compositore con una racclata di mottetti a tre voci.
protagonisti
Nel 1587 pubblica il primo libro de madrigali a 5 voci , genere in cui rivela il suo straordinario talento e che lo rende famoso in tutta europa. Nel 1590 entra al servizio di Vincenzo duca di Mantova. L' ambiente colto della corte e i numerosi viaggi intrapresi in seguito del duca maturano la sua personalità artistica, che si esprime tanto nella composizione di musiche d'occasione, quanto nel nuovo genere del teatro in musica. Al 1607 risale la sua prima opera teatrale,l'Orfeo accolta così trionfalmente che anche i teatri delle altre città si contengono il privilegio di rappresentarla.
Gioacchino Rossini La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere.
Gioacchino Rossini La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere.
Nato
tre mesi dopo la morte di Wolfgang
Amadeus Mozart ,
il Cigno di Pesaro - come fu definito - impresse al
melodramma
uno
stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui,
avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza
limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle
opere serie e semiserie.
La
sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe -
detto Vivazza (morto il 20
aprile 1839)
- fervente sostenitore della Rivoluzione
francese,
era originario di Lugo
(Ravenna) e
suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre
locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre,
Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed
era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche
del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti
da una città all'altra
tra Emilia e Romagna.
Così
il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la
nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove
il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il
restauro del governo pontificio. Ed è proprio a Bologna, dopo aver
appreso qualche rudimento dai fratelli Malerbi a Lugo,
che si avvicina alla musica ed in particolare allo studio del canto
(fu contralto e
cantore all'Accademia
filarmonica)
e della spinetta presso
Giuseppe Prinetti, suo primo maestro.
È
il 1800 e
Rossini ha otto anni; a quattordici (1806),
si iscrive al Liceo
musicale bolognese,
studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine
di Haydn e
di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo
di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere
di Cimarosa e
scrive la sua prima opera (Demetrio
e Polibio,
che sarà rappresentata però soltanto nel 1812).
Conosce Isabella
Colbran,
cantante lirica, maggiore di età, che sposerà a Castenaso il 16
marzo 1822 e
da cui si separerà intorno al 1830.
mercoledì 30 maggio 2012
L' abbazia
L'abbazia
l'edifico sacro ha il compito primario di ricordare la presenza di Dio nella storia degli uomini e di attirare l' attenzione verso il messaggio divino, è dunque semplice e austero per favorire la concentrazione del fedele nella preghiera.
le chiese, le abbazie, i monasteri eretti durante il medioevo, dal sesto secolo al dodicesimo secolo sono costruzioni piuttosto severe, prive di qualsiasi decorazione e capaci di generare ancora oggi in chi le osserva impressioni di semplicità e solidità.
In questo periodo la vita ultraterrena è considerata più importante della vita terrena,nella convinzione che quest' ultima sia priva d' importanza rispetto a ciò che aspetta il buon cristiano quando, dopo la morte, passa ''miglior vita''. è proprio questo disinteresse per la vita terrena che si esprime nell' architettura del medioevo e più in generale nell' arte, musica compresa. nel medioevo la musica è un elemento molto importante nella preghiera e nella meditazione: essa accompagna e scandisce i momenti ufficiali della religione cristiana, cioè le cerimonie e i riti collettivi che costituiscono la liturgia. In breve tempo si sviluppa un importante repertorio di melodie destinate a questo scopo e la musica sacra acquista un ruolo di primo piano rispetto a quella profana.
In questa epoca la chiesa non è solo un luogo di preghiera è un importante centro di sviluppo culturale. nella biblioteche di monasteri e abbazie i monaci amanuensi copiano le opere della civiltà antiche, redigono nuovi libri, studiano e trascrivono in preziosi manoscritti le melodie dei canti sacri.
Il canto gregoriano
durante tutto il medioevo, all'interno di chiese e abbazie risuona il canto gregoriano, ovvero la musica con la quale si esprime la religiosità dei fedeli nei primi secoli della cristianità. la parola cantata ha infatti un ruolo di grande importanza nella vita liturgica di questi luoghi: essa accompagna le preghiere (inni e salmi) elevate nei vari momenti della giornata, nella celebrazione della messa e di altri riti della liturgia cristiana. come avete certamente notato, il canto gregoriano che abbiamo ascoltato è eseguito i latino da un coro di voci maschili e senza accompagnamento strumentale; in più si tratta di un canto monodico, cioè tutti cantano un' unica linea melodia nello stesso momento.
tale melodia si snoda su note legate sempre vicine le une alle altre ( per grado congiunto) e quindi non presenta grandi intervalli; il ritmo segue l' andamento del testo; l' intensità e la velocità del canto sono costanti e il timbro è uniforme. è interessante poi notare come la melodia sembri sempre ritornare su una nota ben precisa che può dirsi il pilastro fondamentale su cui si regge tutto il canto.
le funzioni del canto gregoriano
le caratteristiche di semplicità e severità di questa musica, oltre a esprimere la concezione di una fede altrettanto semplice, austera e priva di incertezze, consentono al canto gregoriano di svolgere altre importanti informazioni, quali:
- rendere solenne e autorevole il testo sacro, allo scopo di conferire maestosità e dignità al significato della preghiera.
- garantire la comprensibilità delle parole cantate, consentendo a tutti i fedeli di declamare insieme i testi della liturgia
- favorire la concentrazione, aiutando i fedeli a raccogliersi nella flessione e nella meditazione
- sviluppare il senso di comunione, permettendo alla comunità dei fedeli, per il fatto stesso di cantare tutti insieme, di sentirsi profondamente unita dalla medesima fede.
origini del canto cristiano
da dove nasce quella particolare musica cristiana chiamata canto gregoriano che domina tutto il primo millennio della storia dell' occidente? gli inizi della musica liturgica dei primi cristiani derivano dalla musica ebraica e in particolare dai salmi intonati su una melodia uniforme e quasi tutta la stessa nota ( detta appunto salmodia). in seguito all' affermazione del papato a Roma, i canti vengono eseguiti in latino, mentre la predicazione parlata viene fatta nelle varie lingue locali. l' uso della lingua colta nei canti conferisce ai testi sacri un maggior prestigio e un carattere universale.
Tipi di gregoriano
i canti gregoriani rigorosamente monodici, cioè a una sola voce, dal punto di vista formale possono suddividersi in due categorie:
-i canti antifonali in cui il testo viene distribuito tra due cori che si alterano.
- i canti responsoriali in cui si alterano una solista e un coro
dal punto di vista musicale molte sono le varietà di canto che il termine gregoriano indica. tuttavia è possibile individuare tre tipi fondamentali:
- il canto sillabico in cui ogni sillaba di testo viene cantata su una nota
-il canto neumatico in cui ogni sillaba viene cantata u due o tre note.
- il canto melosmatico caratterizzato dalla presenza di molte note ( fino a 30 40) per ogni sillaba.
I protagonisti
È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medioevo, dopo i trattati diSeverino Boezio.
Nacque intorno al 991[2]. Il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032, Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus.
Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordo musicale:
Il canto gregoriano
durante tutto il medioevo, all'interno di chiese e abbazie risuona il canto gregoriano, ovvero la musica con la quale si esprime la religiosità dei fedeli nei primi secoli della cristianità. la parola cantata ha infatti un ruolo di grande importanza nella vita liturgica di questi luoghi: essa accompagna le preghiere (inni e salmi) elevate nei vari momenti della giornata, nella celebrazione della messa e di altri riti della liturgia cristiana. come avete certamente notato, il canto gregoriano che abbiamo ascoltato è eseguito i latino da un coro di voci maschili e senza accompagnamento strumentale; in più si tratta di un canto monodico, cioè tutti cantano un' unica linea melodia nello stesso momento.
tale melodia si snoda su note legate sempre vicine le une alle altre ( per grado congiunto) e quindi non presenta grandi intervalli; il ritmo segue l' andamento del testo; l' intensità e la velocità del canto sono costanti e il timbro è uniforme. è interessante poi notare come la melodia sembri sempre ritornare su una nota ben precisa che può dirsi il pilastro fondamentale su cui si regge tutto il canto.
le funzioni del canto gregoriano
le caratteristiche di semplicità e severità di questa musica, oltre a esprimere la concezione di una fede altrettanto semplice, austera e priva di incertezze, consentono al canto gregoriano di svolgere altre importanti informazioni, quali:
- rendere solenne e autorevole il testo sacro, allo scopo di conferire maestosità e dignità al significato della preghiera.
- garantire la comprensibilità delle parole cantate, consentendo a tutti i fedeli di declamare insieme i testi della liturgia
- favorire la concentrazione, aiutando i fedeli a raccogliersi nella flessione e nella meditazione
- sviluppare il senso di comunione, permettendo alla comunità dei fedeli, per il fatto stesso di cantare tutti insieme, di sentirsi profondamente unita dalla medesima fede.
origini del canto cristiano
Tipi di gregoriano
i canti gregoriani rigorosamente monodici, cioè a una sola voce, dal punto di vista formale possono suddividersi in due categorie:
-i canti antifonali in cui il testo viene distribuito tra due cori che si alterano.
- i canti responsoriali in cui si alterano una solista e un coro
dal punto di vista musicale molte sono le varietà di canto che il termine gregoriano indica. tuttavia è possibile individuare tre tipi fondamentali:
- il canto sillabico in cui ogni sillaba di testo viene cantata su una nota
-il canto neumatico in cui ogni sillaba viene cantata u due o tre note.
- il canto melosmatico caratterizzato dalla presenza di molte note ( fino a 30 40) per ogni sillaba.
I protagonisti
È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medioevo, dopo i trattati diSeverino Boezio.
Nacque intorno al 991[2]. Il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032, Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus.
Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordo musicale:
mercoledì 28 marzo 2012
Musica in scena
Il teatro musicale
quando assistiamo alla rappresentazione di un' opera lirica, la storia ci viene narrata da personaggi che cantano con il sostegno musicale dell' orchestra, in mezzo a ricche scenografie e illuminati da complicati giochi di luce. Ma al centro dell' attenzione ci sono quasi sempre loro, i personaggi, ai quali i vari cantanti devono prestare la propria voce, facendoli diventare credibili anche nelle situazioni più assurde. in fondo non dobbiamo mai dimenticare che si tratta di teatro.

I ruoli vocali
al momento di creare un' opera, il compositore assegna a ognuno dei protagonisti della storia narrata un tipo di voce adeguato. Non si tratta solo di distinguere fra voce maschile e voce femminili, ma è necessario anche saper individuare l' estensione vocale e il timbro più adatti a quel certo personaggio.
Nell'ottocento, vale a dire nel secolo d' oro del melodramma, alcuni ruoli si standardizzarono, grazie ai numerosi lavori teatrali di musicisti come Bellini, Donizetti, Verdi. Se bisogna interpretare una ragazza innamorata probabilmente la scelta cadrà sulla voce più acuto, quella di soprano, per le sue caratteristiche di agilità e di affervescenza che possono ritrarre slanci, timidezze e abbandoni tipici del personaggio. Se invece si tratta di un giovane, magari coraggioso o addirittura eroico, è facile che ci si orienti sulla voce di tenore.
la voce più grave di tutte, quella di basso, è l' ideale per portare sulla scena personaggi
anziani, sacerdoti, eremiti, vecchi saggi o r, che proprio da quella profondità possono trarre autorevolezza e credibilità. E i malvagi, i cattivi di turno a chi affidarli? E'facile che la scelta cada sulla voce di baritono, che essendo una voce di mezzo, possiede caratteristiche ambigue e volte addirittura inquietanti; ma attenzione: la voce di baritono calza perfettamente anche a un padre premuroso, così come a un rivale in amore.
la rivale al femminile invece è quasi sempre assegnata alla voce di mezzosoprano, mentre quella di contralto la più scura tra le femminili, viene spesso assegnata a personaggi femminili maturi e,magari, misteriosi.
Preludio
la maggior parte delle opere liriche inizia con un pleludio o ouvertute, per mezzo del quale a sipario ancora chiuso, il musicista introduce gli ascoltatori nel clima generale della storia. nel seicento e nel settecento al preludio era affidato solo il compito di richiamare l' attenzione degli spettatori e annunciare l' inizio della rappresentazione. a Verdi invece preme di anticipare alcuni dei temi melodici cardine della vicenda che si va a raccontare. nela caso del rigoletto, egli costruisce l' intero preludio su un unico tema che ritorna poi sovente nel corso dell'opera come'' tema della maledizione''. non è un caso se Verdi stesso voleva in un primo tempo intitolare questa opera appuanto la maledizione, subito siamo proiettati nelle tinte fosche e cupe della tragedia che si sta per compiere.
la maggior parte delle opere liriche inizia con un pleludio o ouvertute, per mezzo del quale a sipario ancora chiuso, il musicista introduce gli ascoltatori nel clima generale della storia. nel seicento e nel settecento al preludio era affidato solo il compito di richiamare l' attenzione degli spettatori e annunciare l' inizio della rappresentazione. a Verdi invece preme di anticipare alcuni dei temi melodici cardine della vicenda che si va a raccontare. nela caso del rigoletto, egli costruisce l' intero preludio su un unico tema che ritorna poi sovente nel corso dell'opera come'' tema della maledizione''. non è un caso se Verdi stesso voleva in un primo tempo intitolare questa opera appuanto la maledizione, subito siamo proiettati nelle tinte fosche e cupe della tragedia che si sta per compiere.
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